Palpitazioni

Quando preoccuparsi per le extrasistoli?

L’extrasistolia è una situazione abbastanza frequente. Alcune persone avvertono palpitazioni altre no e la condizione viene scoperta casualmente durante un elettrocardiogramma (ECG).
Si tratta comunque di battiti anomali rispetto a quelli normali e l’unico modo per evidenziarli è registrarli durante un ECG.
Una prima importante differenza tra le extrasistoli è la parte di cuore dove si originano. Esse infatti possono nascere dalle strutture dette “atri” o da quelle dette “ventricoli”, e può essere importante capire se originano dal ventricolo destro o da quello sinistro.
L’extrasistole non è altro che l’anticipazione di un battito cardiaco che può dare una sensazione di vuoto o di colpo all’interno del torace. In realtà questo è l’effetto del battito normale successivo all’extrasistole; infatti un’extrasistole, in particolare se ventricolare, non riesce a produrre una contrazione efficace con il risultato che il sangue non espulso si somma al successivo ed il cuore deve metterci più forza quando lo espelle: talora il soggetto parla di “colpo in gola”. Altre volte il soggetto parla di “farfalle nel petto”.

L’extrasistolia ha svariate cause:
a) esposizione a sostanze eccitanti il ritmo cardiaco tipo nicotina, caffeina, teina, teobromina
(contenuta nel cacao), ginseng, ginko biloba, alcol, alcuni rimedi per raffreddore o febbre;
b) digestione lenta e/o reflusso gastroesofageo;
c) attività fisica sconsiderata;
d) malattie della tiroide, broncopolmonari o situazioni e trattamenti che alterano gli elettroliti del sangue (potassio, sodio, calcio, magnesio), anemia specie nelle donne mestruate;
e) malattie cardiache manifeste: pregresso infarto, by-pass aorto-coronarico, angioplastica coronarica, cardiomiopatie dilatative o ipertrofiche;
f) se non hanno una causa evidente si dicono “idiopatiche”.


Che cosa fare?
Qualunque sia la causa dell’extrasistolia è necessario eseguire innanzitutto una visita cardiologica con elettrocardiogramma. E’ importante che chi ha le palpitazioni si annoti il momento in cui insorge il disturbo, per quanto dura, come finisce, se è collegato a digestione, sforzi fisici etc.
E’ bene presentarsi alla visita cardiologica con esami del sangue (come minimo TSH per la tiroide, emocromo per l’anemia, almeno sodio e potassio per gli squilibri elettrolitici), portando tutti i referti sanitari (anche non cardiologici, inclusi gli esami del sangue precedenti) e le scatole dei farmaci, anche occasionali, e degli integratori che si assumono. Il cardiologo potrà poi programmare altri esami come ecocardiogramma, monitoraggio elettrocardiografico
Holter delle 24 ore a 12 derivazioni ed un eventuale test da sforzo. Un inquadramento clinico accurato delle extrasistoli consente anche di definire la cura più adeguata.